I nanomateriali (es. biossido di titanio, carbon black, argento, …) sono materiali prodotti in scala nanometrica (da 1 nm a 100 nm) che acquistano proprietà chimico-fisiche innovative grazie alle loro dimensioni.
Sono già impiegati in centinaia di applicazioni e di beni di consumo, dai dentifrici alle batterie, passando per le vernici, i cosmetici e l’abbigliamento.
Secondo la Raccomandazione della Commissione Europea 2011/696/UE del 20/10/2011 per nanomateriale si intende: “un materiale naturale, derivato o fabbricato contenente particelle, in stato libero o sotto forma di aggregato o di agglomerato e nel quale, almeno il 50% della distribuzione dimensionale numerica di tali particelle possiede una o più dimensioni esterne nella classe di grandezza 1 100 nm (1 nanometro (nm) corrisponde a 10 -9 metri)”.
I nanomateriali di fatto introducono un rischio emergente per i lavoratori esposti, non soltanto per la tipologia di sostanze che li compongono, ma anche per la loro specifica dimensione, forma e superficie attiva.
La comunità scientifica ha già avviato un’ampia attività di studio e di ricerca sugli effetti e sui meccanismi delle interazioni di tali particelle principalmente con l’uomo.
Permangono numerose incertezze ma, allo stato attuale della normativa italiana di salute e sicurezza sul lavoro, i nanomateriali rientrano negli obblighi di valutazione dei rischi specifici cui sono soggette le stesse tipologie di sostanze a prescindere dalla dimensione/nanoforma.
Viste le peculiarità di questi materiali, Cepra è in grado di supportare le aziende con una specifica valutazione del rischio per garantire l’applicazione delle norme corrette in materia di salute e sicurezza per la tutela dei lavoratori esposti.
Per saperne di più: NANOMATERIALI E NUOVI MATERIALI AVANZATI – INAIL 2023